Cup: va difeso, è un sistema modernissimo per tutelare il cittadino. Quello di Bologna, nato 27 anni fa, lo stanno importando in tutta Italia e perfino nel mondoì

Il Cup di Bologna è oggi in discussione nell’ambito di un progetto di riorganizzazione della società Cup2000 che lo ha realizzato e gestito con successo per molti anni (la stessa società che ha realizzato il Fascicolo Sanitario Elettronico). Il Cup di Bologna – che nella solo area di metropolitana bolognese porta a termine in forma automatica quindici milioni di prenotazioni sanitarie all’anno – è stato realizzato in due tappe: quello di Città nel 1990, mentre quello Metropolitano (provinciale) è stato completato nel 1999-2000 con farmacie in rete e presenza di sportello Web (CupWeb). In questi ultimi anni e tutt’ora è copiato nella progettazione di quasi tutti i Cup delle regioni italiane e perfino in altri paesi europei e del continente asiatico e americano. Si tratta di un sistema imponente, interamente progettato nell’ambito di una cultura patient centered, cioè centrata sul cittadino, seguendo i principi della scuola sociologica bolognese di Achille Ardigò. Lo stesso FSE non è che un proseguo di questa straordinaria progettazione, appunto patient centered. Il sistema opera con sportelli con operatori (raggruppati in diversi punti dell’area metropolitana, in genere in poliambulatori e ospedali), call-contact- center, sportelli con farmacista, sportello web (quest’ultimo presente anche sul FSE di ogni cittadino che l’ha attivato è in un’App). I quattro sistemi di ‘sportello’ sono integrati e progettati per rivolgersi al cittadino in forma integrata. Quindi non ha senso pensare di eliminarne uno e sostituirlo con un altro. L’elemento umano – costituito da operatori di Front Office (ma anche di Back Office: quelli che gestiscono le agende elettroniche dei medici), estremamente qualificato, è di importanza vitale per il buon funzionamento del sistema Cup complessivo. Chiunque di noi ha potuto sperimentare, con i gestori dell’offerta telefonica, il dramma di sistemi web e di call center privi o carenti dell’interfaccia umana. Il sistema di comunicazione integrata (automatica più operatore umano) si chiama ‘Comunicazione Mista’ e Achille Ardigo – teorico di questo sistema – lo volle sperimentate, appunto dal 1990, sul Cup di Bologna. Non ha senso quindi, pensare – come qualche dirigente della sanità propone – a un Cup privo o carente dell’elemento umano di Front Office (gli operatori di sportello). Recentemente il Comitato Scientifico di Cup 200O – che presiedo – ha presentato ai nuovi vertici della società e alla Regione un progetto, elaborato a partire dal 2015, di ‘CupAutomatico’ che segnerebbe un’ulteriore tappa nello sviluppo tecnologico (e di tutela del cittadino di fronte all’annoso problema delle liste di attesa) del sistema Cup Metropolitano. Permetterebbe, in particolare, di dare una risposta automatica all’utente fin dal momento in cui il medico di famigli prescrive un esame o una visita, lasciando la possibilità al cittadino di personalizzarla, se non va bene come tempi o luoghi di erogazione della prestazione sanitaria, in qualunque punto Cup. Nelle prossime settimana la società e la Regione verrano nuovamente interpellate per la messa in opera di questo progetto dal Comitato Scientifico, il quale, tra l’altro, segue con grande attenzione gli sviluppi della riorganizzazione di Cup20000. Un’ultima annotazione, a questo proposito: il Cup come l’FSE sono innovazioni epocali del sistema sanitario regionale, non certo indolori rispetto ai tradizionali assetti politici-burocratici. Per per essere progettate occorre un ambiente fortemente rispettoso dell’autonomia scientifica e ideativa, come è stato Cup2000 per molti anni e come volle Ardigo al momento della creazione della società (1996). Se questa autonomia viene meno – come la recente storia della società ha dimostrato – si riducono notevolmente le possibilità di implementare innovazione e perfino di difendere quelle realizzate. È un problema che stanno certamente esaminando i nuovi organi societari, assieme alla Regione Emilia Romagna e rispetto al quale intende svolgere, se gli sarà consentito nel 2018, un ruolo specifico il Comitato Scientifico di Cup2000, composto di qualificati studiosi dell’Università di Bologna e di Toronto

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