Gli appalti del cup

In due importanti settimanali nazionali e perfino nel Tg1 di ieri si parla del “problema degli appalti del Cup” in relazione al caso che ha coinvolto il Sindaco di Bologna.
Non esiste un problema appalti del Cup di Bologna.
Abbiamo fornito, io e il Presidente di della società – in una conferenza stampa affollatissima, davanti alla Commissione Bilancio del Consiglio Comunale della città, alla Regione (con documento apposito) e in altre qualificate sedi istituzionali competenti – tutte le spiegazioni tecniche richieste, a dimostrazione della corretta gestione dei rapporti di fornitura e di attività di CUP 2000. I nostri tecnici, i nostri ingegneri hanno illustrato con dati e procedure di attività alla mano, che ogni passaggio – anche quello, per la verità secondario, che ha interessato una società di installazione e un consulente del settore ormai famoso sui giornali – era stato seguito correttamente. La società ha una peculiarità: non è un ente burocratico (dove l’apparente trasparenza si coniuga con l’inefficienza e la sostanziale difesa degli stipendi dei burocrati), ma una SPA di proprietà pubblica dinamica, innovativa, funzionale agli obiettivi da raggiungere: la realizzazione di reti Internet per la sanità di ultima generazione, come Sole e il Fascicolo Sanitario Elettronico o il CupWeb. Le procedure seguite sono tutte trasparenti, anche quando per motivi di urgenza, di necessità di personalizzare un prodotto, di continuità del lavoro, non si ricorre a gare, ma ad altri sistemi di selezione, comunque basati su l’economicità (cosa che accade in una piccola % di casi). I processi di acquisizione di fornitura e consulenza sono sempre buttom up (cioè partono dal basso, dai capiprogetto, dai tecnici, da chi ha bisogno di risorse, che controlla tutto lo svolgimento del lavoro). Tutto questo è stato spiegato e rispiegato in questi giorni (trovate materiale recente anche su questo blog), e ha trovato ascoltatori seri e attenti nella stampa come nelle istituzioni. Ovviamente continuiamo e continueremo a fornire spiegazioni e documenti a tutti. Ma, purtroppo, la comunicazione mediatica ha le sue regole e l’ovvio viene prima del vero. A ben poco servono i pavidi strumenti che il diritto ci dà a tutela di un lavoro meraviglioso e di una società altrettanto bella che in tanti abbiamo fatto e costruito in questi anni, per l’innovazione della sanità e del welfare di Bologna e dell’Emilia-Romagna. Per altro scelta a modello da altre regioni italiane. Ogni volta che reagiamo mossi dall’orgoglio del nostro lavoro, abbiamo la sensazione di voler spegnere un immenso incendio con l’acqua di un bicchiere. Non ci resta che attendere fiduciosi il corso degli eventi e il raggiungimento di quella chiarezza dei fatti che non mancherà di arrivare.

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