Ho finito di scrivere “La sanità dematerializzata”, il mio ultimo libro

Dopo 10 mesi di lavoro ‘notturno’ (di giorno ho svolto la mia attività di direttore aziendale e di insegnante) ho finito di scrivere La sanità dematerializzata e il Fascicolo Sanitario Elettronico. Il nuovo welfare a bassa burocrazia che sarà il libreria tra un paio di mesi. 300 pagine scritte interamente sull’iPad, iniziate in una stellata sera di agosto nella piccolissima frazione di Ginostra della piccola isola di Stromboli e finite in un weekend di solitudine nel mio studiolo di tre metri quadrati tra i tetti della vecchia Bologna. Non sono mancate, come sempre, preziose collaborazioni che ho ringraziato nel testo. È stato comunque un lavoro estremamente faticoso, al limite dello sfinimento fisico, ma nello stesso tempo bello, che mi ha permesso di rivisitare completamente la sociologia della Rete, quella della sanità (le innovazioni, ma anche la sofferenza della gente e il pianeta grigio della burocrazia) e perfino le teorie della fisica e dell’astrofisica che metaforicamente ci permettono di capire lo straordinario mondo dei bit, particelle senza massa come i fotoni della luce studiati da Einstein.
A volte mi chiedo, guardando il mondo dei ‘poteri’ che mi circonda, a partire da quello della mia città, se tanto lavoro e impegno rubato alla vita quotidiana per approfondire e capire è poi, alla fin fine, utile e serva a qualcosa. Quando chiedo e pongo ‘in giro’ queste domande a amici, giovani conoscenti, volti noti della mia città, colgo il sorriso compassionevole di chi ti fa implicitamente capire che il tempo dei libri è finito. Servono ‘le relazioni’, le cene nel posto giusto. I libri, se troppo attuali, finiscono per dar fastidio. Don Abbondio è il mito dei nostri giorni. E se chiedi, sfogliando e indicando il giornale sul tavolo, del grande rinnovamento che ovunque si annuncia, ti rispondono con arguzia di non fare come Mario Cavaradossi, l’eroe della Tosca di Puccini.
Ho dedicato il libro al Sindaco Renzo Imbeni, che tra il 1988 e 1990 mi incoraggiò e mi sostenne nella difficile opera di realizzazione del primo Cup Metropolitano bolognese, il primo d’Italia e la prima vera anticipazione innovativa della città metropolitana che oggi si vuol finalmente costruire.
Indice del volume:

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