Industrializzare l’FSE

Otto grandi aziende, tra cui Telecom e Poste Italiane, presentano al ministro una proposta per lo sviluppo del fascicolo sanitario elettronico. I big nazionali dell’Ict scendono in campo a sostegno dell’e-health. La proposta sviluppata da Engineering, Dedalus, Poste; Telecom, TBS Group, Noema Life, Exprivia, Reply – per la costruzione di un ecosistema digitale per la sanità – è stata presentata al ministro Beatrice Lorenzin. L’obiettivo del progetto e dell’incontro è stato rappresentare la maturità e la volontà dell’industria di sostenere in modo convinto il nuovo patto della salute e in particolare quelle iniziative che prevedono la digitalizzazione dei processi amministrativi, di assistenza e cura, a vantaggio di una sanità più efficiente, più appropriata e che costi meno. Una prima concreta proposta, portata sul tavolo del ministro ha riguardato il Fascicolo Sanitario Elettronico come infrastruttura di conoscenza condivisa per i cittadini e per i professionisti.
Il ministro Beatrice Lorenzin ha concretamente manifestato il proprio interesse, apprezzamento e soddisfazione per l’iniziativa in quanto coerente e a sostegno della sua linea politica, tracciata attraverso il patto per la salute che delinea negli obiettivi di digitalizzazione un nuovo rapporto pubblico privato quale acceleratore dei processi di innovazione e cambiamento.
( dal Corriere delle Comunicazioni, 2 luglio 2014)

È una notizia importante. Soltanto un paio di anni fa – per non parlare del decennio precedente in cui il Fascicolo Sanitario Elettronico del Cittadino era visto in modo utopistico – c’era ancora nel mondo industriale un interesse di nicchia sulla diffusione dell’e-Heath in Italia. L’industrializzazione del FSE è la condizione per il successo in Italia del progetto.

Allego un mio articolo sull’argomento pubblicato sull’ultimo numero del Sole24oreSanità

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