Povertà e malattia in città

Venerdì mattina eravamo tutti in Strada Maggiore a Bologna, all’Ambulatorio Biavati, per la premiazione di medici e volontari che gratuitamente curano i poveri. C’erano, attentissimi, il Sindaco Cofferati e il Cardinale Caffarra e tantissime altre persone. E’ stata anche inaugurata la sala del centro (dedicata alla Madonna di San Luca). Il presidente del Biavati Marco Cevenini ha usato parole forti per far capire che in città c’è gente, sempre più numerosa, che non sa dove andare a curarsi e a dormire e che si stanno diffondendo nuove malattie della povertà. Io penso che, paradossalmente, questo sia il fenomeno tutto sommato più visibile, la punta dell’iceberg: in realtà ci sono ancora più famiglie a redditi bassi (quelle che vivono di stipendi da 1000 euro al mese) e medio-bassi che hanno serie difficoltà ad accedere ai servizi sanitari e sociali. Il problema di ripensare all’organizzazione dei servizi in funzione dell’utenza (quella reale, non quella che immaginiamo o che c’era 20 anni fa) è di grande attualità. Una buona sinergia tra iniziative di solidarietà (vere, basate sul lavoro volontario totalmente gratuito, come quella del Biavati di Strada Maggiore) e il pubblico, potrebbe essere una formula vincente. Ma ci sono ancora, nel pubblico, molte resistenze.

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