Tutti per l’e-Health

Fa piacere osservare il grande interesse che oggi suscita l’e-Health (l’utilizzo di Internet per comunicare in sanità) anche in Italia. Sono uscite le Linee Guida governative per il Fascicolo Sanitario Elettronico del cittadino (FSE) che completano il Disegno di Legge del Ministro Fazio di qualche mese fa (il testo integrale delle Linee guida si trova in www.24oresanita.com). Il ministro Brunetta si è appassionato aii certificati di malattia on line e chiede al medici di famiglia di inviarli all’INPS via Internet. Oggi è stato pubblicato dal Sole24OreSanità uno studio sui risparmi prodotti dall’e-Health in Italia che arriverebbero (dati Confindustria) a 12,4 miliardi di euro. Se questo studio è attenbibile l’e-Health permetterebbe un risparmio di oltre il 10% della spesa sanitaria italiana. Un analogo studio canadese (canada e-health infoway 2005) sostiene che la metà di questi risprmi si ottiene soltanto con l’FSE dato a tutti i cittadini italiani. Ovviamente permane una grande confusione culturale su tutta la materia. Pochi, soprattutto tra i legislatori e gli amministratori, hanno un’idea chiara di cosa sia il FSE e l’e-Health. Molti considerano la materia come tecnologica, per addetti ai lavori e questo è un grave errore. L’e-health e il FSE sono modalità e strumenti per la comunicazione ad alta intensità, quella di Internet. L’e-Health è una rete del mondo Internet (rappresentabile con un grafo fatto di nodi, hub e link) che permette alta comunicazione (elettronica) tra persone (nodi dell’organizzaione) presenti nel mondo della sanità (medici, operatori, ecc..) e cittadini assistiti (nodi dell’ambiente sociale). Se l’e-Health è l’albero con tutti i rami – della foresta di Internet – l’FSE è il frutto dell’albero, al pari della cartella clinica elettronica del medico di famiglia (CCE) e della cartella clinica elettronica del medico ospedaliero o di reparto (CCEO). Tre frutti, per altro, diversi tra di loro. L’albero non può stare in questa metafora senza la foresta e servirebbe ben poco se non desse frutti. Fuori di metafora: le spese in informatizzaione (computer, software, connettivuità, personale) non servono se non danno frutti, cioè non permettono lo scambio di dati ad alta comunicazione tra medici e cittadini per le finalità della cura e la conoscenza della nostra storia clinica. Eppure, per tant anni, questi investimenti cosidetti ‘informatici’ sono serviti prevelentemente per la burocrazia. E’ anche bello poter constatare come queste cose, che venti anni fa ci dicevamo in pioneristici incontri promossi dalla scuola socio-tecnica di Achille Ardigò, oggi  sono ormai parte strategica del progetto sul  futuro della sanità e del welfare.

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