Il mega computer Watson per i medici: l’intelligenza della Rete e dell’IBM

L’IBM ha realizzato il super computer Watson e lo vuole commercializzare negli ospedali del mondo. E’ grande come 10 frigoriferi e costa 3 milioni di euro, ma ha immagazzinato tutti i testi medici fin ora conosciuti. A domanda del medico risponde (oggi su R2 di La Repubblica). Si tratta di un investimento assurdo e in antitesi alla cultura di Internet, rispetto alla quale l’IBM, per la verità, ha sempre avuto qualche problema e per questo motivo è stata soppiantata dai nuovi giganti del web come Microsoft, Apple e Google.
Per capirci: la rete SOLE del Fascicolo Sanitario Elettronico dell’Emilia Romagna è, per certi aspetti, molto più intelligente e ricca di informazioni di Watson, con i suoi 13.000 nodi di medici di famiglia e ospedalieri e i potenziali nodi di milioni di cittadini. Questa rete e-Health è poi una delle tante reti che stanno crescendo nello sterminato mondo della noosfera di Internet.
L’era dell’Alta Comunicazione nel mondo medico e sanitario si basa infatti su reti Internet sempre più specializzate, interconnesse e interoperative, come le reti e-Health, e-Care, e non tanto su mega calcolatori come si pensava 30 anni fa.
Certo, i nodi di queste reti sono anche ’nodi digitali’, cioè dotati di tecnologia software, hardware (computer, iPad, smartphone, ..) e connettiva (wifi, mobile, superfibre, cloud, ecc) sempre più potente per ‘stivare’ e rielaborare i dati e le informazioni. Ma questa tecnologia dei nodi e degli hub (i ‘grandi nodi’) va inserita organicamente in una rete Internet.
Non bisogna poi dimenticare che nodi e hub non sono solo tecnologici ma anche umani, cioè composti da professionisti e cittadini che si avvalgono di tecnologia per stare in rete. Questa, per altro, è la vera ricchezza della Rete. Cosa sarebbe Internet in una nebbiosa mattina di fine dicembre se tutte le persone connesse (quante nel mondo in questo preciso istante in cui io scrivo sul mio blog in Internet: 500, 800 milioni?) si allontanassero dai loro PC e smartphone: una rete di fili e di macchine senza vita!
Anche il nostro cervello funzione così: una rete di neuroni (nodi) e sinapsi (link), auto-organizzata che acquisisce e seleziona informazioni da altre reti di persone: pare ci siano, come hanno scoperto i ricercatorindell’Università di Padova, perfino neuroni-specchio che fanno da ponte tra noi e gli atri!
Si resta un po’ stupiti nell’osservare come una azienda di dimensioni mondiali come l’IBM, un tempo leader indiscussa dell’informatica in tutti i campi, anche in quello medico, stenti a comprendere la nuova cultura della Rete e dell’Alta Comunicazione. Purtroppo non è sola in questa disavventura.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.