Internet, SOLE, Medici di Famiglia e Cure Primarie

Lunedì e martedì si è tenuta a Bologna la Conferenza Nazionale delle Cure Primarie, con il Ministro Livia Turco. Ecco il testo di sintesi del mio intervento(Internet e Medici di famiglia in rete). La profonda innovazione che propone la Prima Conferenza Nazionale per le Cure Primarie richiede una sanità fortemente riorganizzata attraverso le reti di Internet, un nuovo livello di comunicazione tra cittadino e sistema socio-sanitario e tra operatori dello stesso sistema. La costruzione e il governo di queste reti sarà la principale innovazione nell’organizzazione della sanità e del welfare di inizio del nuovo millennio. I beneficiari di questa rivoluzione comunicativa saranno principalmente cittadini e medici. Nella sanità e nei servizi pubblici si ripeterà quello che Internet sta innescando nella nuova economia: una profonda riconsiderazione del rapporto tra produzione di cose, di servizi, di conoscenze e cittadini. Competenze, professionalità e saperi presenti dentro e fuori dall’organizzazione sanitaria si ritroveranno in rete. I medici di famiglia, momento di congiunzione tra la Asl e il mondo vitale dei cittadini, ritrovano la loro centralità. Se il 900’ è stato il secolo della burocrazia – che Federik Taylor e Max Weber videro come fattore essenziale per costruire la nuova fabbrica e lo stato moderno – cento anni dopo questa mediazione burocratica si è fatta pesante e costosa. E questo vale per la Fiat come per il Welfare pubblico. Grazie anche all’avvento di Internet e alla potenza comunicativa delle Reti il nuovo secolo si caratterizzerà come un era post-burocratica. Quella in cui, in sanità, si realizzerà un rapporto diretto tra medico e assistito basato più sui bisogni che non sulla norma. Nel nuovo mondo di Internet e, in particolare nel web2.0, le reti tendono ad aprirsi al cittadino. Reti e record del cittadino (Electronic Health Record) e reti e record del sistema (Electronic Medical Record), sono i due poli digitali attorno a cui si sviluppa l’e-Health. È il definitivo superamento della vecchia informatizzazione, della cultura pre-Internet dei CED , vissuta in funzione del sistema e condizionata dai produttori di tecnologia. Le reti sono composte da tecnologia digitale , persone e dati-informazioni-conoscenze (capitale informazionale). Il cittadino ha il diritto di potersi appropriare di una quota di conoscenza per ricostruire il suo empowerment. Le politiche governative di e-Government hanno prodotto risposte parziali. La nascente cultura wiki e del web2.0 valorizza le reti dei cittadini (social network). La sanità e il welfare entreranno in Internet con conseguenze imprevedibili. Le reti tecno-sociali e-Care assumeranno un ruolo da protagonista nei sistemi assistenziali occidentali, come è emerso dai più recenti appuntamenti promossi dalla Comunità Europea (e sotto questo aspetto appare senz’altro lungimirante la scelta del Ministro Livia Turco di promuovere l’Osservatorio Nazionale delle Reti e delle Buone Pratiche e-Care). La sanità del XXI secolo sarà organizzata attraverso le reti di Internet: di accesso elettronico ai servizi (Cup); di informazioni sanitarie generali e do governo clinico. Ma anche social network di medicina on line; reti di accesso ai dati personali; di assistenza (e-Care) socio-sanitaria (teleassistenza, telemedicina, telesoccorso). E poi, soprattutto reti di medici di famiglia (come SOLE, SISS). Le reti nascono generalmente come sistemi chiusi o solo parzialmente aperti al mondo del cittadino, ma progressivamente tendono a trasformarsi in reti aperte all’ambiente delle persone. Occorre partire da una duplice consapevolezza: la struttura organizzativa della sanità è basata sull’organizzazione verticale delle ASL; la costruzione delle nuove reti si scontra con un ventennio di “informatizzazione” della sanità caratterizzato da investimenti tecnologici modesti (1% del bilancio) e da una cultura prevalentemente legata al mondo delle forniture tecniche. Ma nel programma delle Cure Primarie c’è l’occasione per gettare le basi della nuova cultura di Internet. La realizzazione di una sanità rivolta al cittadino potrebbe infatti sommarsi alla costruzione della madre delle reti, quella dei medici di famiglia, anche a seguito delle due maggiori esperienze italiane: SOLE – Emilia Romagna e SISS – Lombardia. L’esperienza SOLE va a completamento nel 2008 con una rete di oltre 3000 medici di famiglia, con un costo complessivo pluriennale di alcune decine di milioni di euro (e non di alcune centinaia di milioni!). Questa rete ha privilegiato i servizi rispetto alle infrastrutture, facendo una scelta controtendenza rispetto alla “cultura delle forniture”. I servizi consentono al MMG di inviare prescrizioni elettroniche – previo consenso del cittadino – e di ricevere referti che vengono automaticamente registrati nella cartelle clinica informatizzata. Così per l’ADI, il percorso del diabete, del SERT, delle persone con problemi di coagulazione del sangue, le vaccinazioni, la scheda anamnestica, le prestazioni fornite dai centri delle cure primarie, le pratiche INAIL. Un motore di ricerca (IREC) permetterà a cittadini e ai loro medici specialisti di ricostruire il fascicolo sanitario personalizzato. La rete è interoperabile con tutte le ASL e interagisce con 155 sistemi gestionali aziendali e con 64 diversi applicativi presenti in regione. SOLE è una rete Internet che mette in comunicazione 4,3 milioni di cittadini, tutti dotati di cartella clinica informatizzata. Intanto le reti orizzontali di Sole permettono la gestione condivisa della cartella del cittadino per i nuclei di cure primarie. Lo sviluppo e il governo della grande rete pone problemi di natura strategica. La tutela della privacy, dove la normativa rischia, nell’impatto con le reti Internet, di avere effetti bloccanti allo sviluppo di reti aperte. L’apertura della rete al cittadino deve far superare diffuse resistenze una certa pratica autoreferenziale. Il rapporto tra la rete e le ASL deve fare i conti con il graduale superamento della verticalità organizzativa e dei passaggi burocratici ridondanti (il primo CUP bolognese eliminò, di colpo, otto passaggi burocratici per la prenotazione). Il rapporto tra la reti e la gestione delle tecnologie informatiche va sottratto ai residui della cultura delle forniture; quello con i medici va considerato strategico (è stata infatti lungimirante la scelta della Regione Emilia Romagna di puntare sui medici di famiglia, con l’accordo del 2006 ). La rete non deve essere un sistema di controllo dei medici, ma di diffusione dei servizi e di comunicazione avanzata con i cittadini. Occorre procedere ad una semplificazione della “giungla tecnologica” sulla base di consolidati sistemi di standardizzazione e di una generalizzazione di sistemi operativi con sorgenti aperte (open source) e disponibili alla cooperazione in Internet, anche considerando l’esperienza del NHS inglese. Inoltre Internet insegna che la gestione delle reti aperte ha necessità di modelli non burocratici, non gerarchici, ma partecipati al limite dell’autorganizzazione. Sviluppo dei centri per le cure primarie e rete dei medici di famiglia sono due innovazioni destinate ad innescare un rinnovamento strutturale nella sanità italiana. Una buona politica regionale e una conduzione lungimirante del governo nazionale della sanità – che tra l’altro ha garantito per la prima volta tempi e risorse certe – sono gli ingredienti di un processo innovatore avviato e senza il quale il sistema sanitario italiano non potrebbe varcare la soglia dell’era di Internet.

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