La sanità senza internet non ha futuro

Sto raccogliendo un’ingente mole di dati e informazioni per un mio libro di prossima pubblicazione su Internet e la sanità (si chiamerà “Reti”, se avrò tempo di finirlo entro l’estate, se …). Mi sto così sempre più rendendo conto che la Rete sconvolgerà tutta l’organizzazione dei servizi pubblici. La cosa è poco avvertita non solo dalla gente, ma perfino dagli studiosi e dai nostri politici e amministratori. Cambieranno radicalmente gli assetti organizzativi e produttivi aziendali: da gerarchici, verticali come le piramidi, diventeranno piatti, fluidi, a matrice, perfino ondulati, come le case di Gaudì a Barcellona.
Già due anni fa Douglas E. Goldstein, uno dei guru americani della sanità in rete, scriveva “Nel 2012 il 50% dei servizi sanitari basati sulle cure mediche e sul fai da te saranno trasmessi da Internet e 500.000 e-Services medico digitali saranno usati da dottori, ospedali e case farmaceutiche” (in e-Healthcare: Harness the Power of Internet e-Commerce and e-Care, USA, 2005).
Non siamo ancora al 2012, ma già con la rete SOLE, che Cup 2000 sta realizzando per la Regione Emilia Romagna, saranno collegati attraverso Internet 3800 medici di famiglia con tutte le strutture sanitarie regionali. E’ una delle più grandi reti e-Health d’Europa (previsione: completamento entro il 2008). Con SOLE molte cose cambieranno. Le modalità di gestione dei servizi sanitari e socio-sanitari in una regione da 4,5 milioni di abitanti dovranno essere ripensate e riprogettate. Per non parlare (ne abbiamo già parlato tanto) del Cup di Bologna, dei cambiamenti che ha introdotto nell’organizzazione del servizio salute: vi posso assicurare che la sanità della mia città, prima del Cup, era ”un’altra cosa”, almeno per chi non aveva un amico o parente infermiere…
In Emilia Romagna i servizi sanitari sono gestiti con un efficienza-efficacia superiore alla media nazionale e non credo di sbagliarmi di molto se dicessi che la Regione, in fatto di buona sanità, è la prima o la seconda in graduatoria nazionale. Ma mi rendo conto che non basta e che bisogna fare attenzione, perché il “vecchio buono” è a volte peggiore (più resistente alle innovazioni) del vecchio che non funziona (cambiereste con leggerezza una vecchia auto tenuta benissimo e che funziona da Dio, anche se è meno di un euro zero?)
Una nuova efficienza (spendere meno e meglio) e una nuova efficacia ( rispondenza ai risultati, alle aspettative dell’utente) nella gestione e organizzazione dei servizi è possibile solo se la sanità entra nel mondo di Internet, come stanno facendo la finanza, le banche, i trasporti,le agenzie di viaggio, i venditori di musica e di libri, le catene alberghiere. Ma anche svedesi, norvegesi, finlandesi, spagnoli….
Fig. 1

Ci vogliono le Reti. Spesso si fa una gran confusione parlando di Internet e di reti, e la cosa è abbastanza naturale se perfino Barabasi – uno dei maggiori esperti al mondo di reti – dice che non ha ancora capito veramente come funzioni Internet (Albert-Laszlo Barabasi, Link, la scienza delle reti, Laterza 2006, vale la pena leggerlo anche perché è nato in Transilvania, come Canetti). Però alcune cose possono essere facilmente descritte: Internet è una “Meta Rete”, globale, a cui sono collegate una miriadi di sotto-reti: sono le intranet e le extranet e le reti e-Care dei nostri sistemi e delle nostre aziende. E’ composta da nodi (hub, se sono nodi importanti) e da legami (link), mentre le nostre sottoreti sono “grappoli” (clusters). Non è democratica, perché gli hub che contano zittiscono (oscurano) quelli con pochi link. Ma mettereste primo tra i vostri preferiti il mio blog al posto di un hub come Google? Però è il futuro, perché ci permette di comunicare tra di noi, ma anche con le cose, le organizzazioni, come faceva Alice nel Paese delle Meraviglie.
Ma cos’è una Rete? Non è un insieme di fili, nemmeno con l’aggiunta di software. E’ una organizzazione (particolare) fatta di persone e di tecnologia, che ha come unica finalità quella di produrre comunicazione (non altro). Ma la potenza della comunicazione elettronica e multimediale, e la capacità di penetrazione dell’organizzazione di rete, è tale da sconvolgere il mondo, e i nostri piccoli mondi o sistemi locali, come appunto la sanità. Il motivo è semplice: le persone hanno una smisurata domanda di comunicazione che aumenta ogni giorno che passa. Se ci pensate un attimo, non è altro che una richiesta, sempre più insistente, di avere servizi personalizzati, per me, per il mio caso, per il mio corpo (che ovviamente è diverso da quello di tutti gli altri). Si avverte un divario incolmabile tra il modo di vivere quotidiano e “i tempi e i modi” delle organizzazioni pubbliche, anche delle migliori. Potremmo parlare di liste di attesa, come della vita in reparti e corsie, la cosa non cambia.
Se la comunicazione è il vero valore aggiunto per servizi nuovi, vicini alla gente, Internet è il suo profeta. Internet ha questo grande potere di produrre tanta comunicazione. E ci fa sognare una sanità a tre stadi, diversa, di cui ci ha parlato, in alcune occasioni Livia Turco: un ospedale piccolo ma tecnologico, super specializzato; un punto-sanità nel quartiere, aperto 24×7, gestito dai medici di famiglia associati (la Casa della Salute), l’assistenza domiciliare e-Care, a casa, “in rete”: un telefono, un video, sempre collegato a chi sa rispondere alle mie domande, giorno e notte. Con Internet, e senza neppure un computer, possiamo curarci a casa stando pochissimo in Ospedale e costando meno alle casse pubbliche. Cosa ve ne pare? Non sono sogni, ma cose quasi scritte anche nei piani sanitari e socio-sanitari delle nostre amministrazioni.

Non tutti hanno però capito che per fare questo ci vuole Internet. Ancora meno hanno compreso che con Internet nulla sarà uguale a prima. Ne riparleremo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.